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Questo progetto offre l’opportunità di fermarsi a ragionare, anzitutto per la materia a disposizione. Materia che è già progetto, che è già racconto. Le briccole sono qui viste come un materiale affiorante, sottratto all’acqua e al suo uso per essere reinventato, riusato come reperto come fossile impiegato in modo simbolico a costruire forme nuove. Così togliendo dai fondali putridi e melmosi di una Venezia immobile si ridà forma ad “altro”, altro che rappresenta e reinventa Venezia e il suo nostalgico lustro. La geometria elementare, euclidea, di telai e pannelli guida tutto il progetto. Quasi che il tavolo prima che tavolo fosse quadreria o macchina teatrale, scenografia esibita. Una struttura metallica dal colore bronzo incornicia la briccola, trasformata in asse lungo e immobile, in pannello sospeso, esposto come “legno” ritrovato, quasi archeologico a rappresentare una storia, un passato, non completamente conoscibile e misterioso. Alla lunga briccola sezionata si aggiunge un piccolo altro pannello che, sempre incorniciato da scarpiane linee metalliche, ruota su di un perno modificando a seconda della rotazione la prospettiva o la scenografia del tavolo/reperto. Gondole che sono l’”altro legno” veneziano, che contro la rugosità e matericità naturale delle briccole oppongono le superfici lucide dai mille riflessi aumentati e confusi nell’acqua. In questa doppia “natura legnosa”, in questa doppia faccia veneziana: naturalità, opacità, porosità da una parte e lucentezza, compattezza e paziente lavoro umano dall’altra, si costruisce, come in un riflesso, il mio tavolo. E sembra esserci in questo apparente contrasto quella stessa contraddizione tra natura e “progresso” che segna i nostri giorni, così come nella “non apparente”, ma reale, possibilità di accostamento, la speranza futura di un percorso comune.
Finitura struttura:
Ferro laccato
Finitura piano:
Cristallo
Finitura elemento centrale:
Briccola
Dimensioni:
280/300 x 90 x h 72 cm
Eventuali movimenti, crepe e mutamenti nelle condizioni del legno sono caratteristica imprescindibile di questi arredi e sono da imputare al naturale assestamento ed alle diverse condizioni ambientali. Si tratta di una caratteristica propria ed imprescindibile sinonimo di originalità e autenticità.
C'era una volta il 1920, siamo in Brianza, in una piccola bottega a Cantù, un tranquillo artigiano lavora quotidianamente e con tanto amore e rispetto il legno. È un’arte la sua, arredi semplici, di eleganza raffinata. Questo artigiano era Nino Romano. Gli anni passano e il lavoro continua sempre con più impegno valorizzando continuamente i processi produttivi. Nel 1992 per la prima volta, Riva 1920 presenta, al...
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